27.10.11

Diwali al lago al Pongdam



Oggi siamo tornati dal lago al Pongdam, situato a 100 km da casa. Ci siamo andati per sfuggire ai festeggiamenti del Diwali, la festa della luce che dalle ore 19 alle 23 si trasforma in men che non si dica in un frastuono incredibile: al posto delle dolci fiammelle di candele e/o lumini che dovrebbero rischiarare la notte la luce oggigiorno viene dai fuochi d'artificio. E cosi siamo andati a passare due giorni al Lago. Il silenzio e la gentilezza degli abitanti sono straordinari, il paesaggio è incantevole, dovunque ti giri vedi insenature con acqua limpida e calma sulla quale le barchette dei pescatori tirano le reti al tramonto. Certo l'albergo non è proprio un palazzo dei marajà, anche se i proprietari sono di nobile stirpe : sorge su un cucuzzolo come un cubo circondato dalla quiete.

Il personale è incredibilmente disponibile, e l’eccellente cuoco ci ha cucinato ottimi pesci pescati li vicino. Le camere sono grandi e super pulite con bei balconi. Il terrazzo ti permette di godere di un tramonto fantastico, e la notte il cielo è puntellato da innumerevoli stelle. Infatti non ci sono luci di strade perchè non ci sono strade: soltanto una stretta stradina non asfaltata porta fino al cubo. Che fare il giorno dopo?


Prendiamo il nostro Jampa e ci avviamo verso un'insenatura che avevamo osservato dal terrazzo. Dopo aver sorpassato la ruspa che cerca di aggiustare la stradina chiediamo a una signora locale come arrivarci; la indica con gentilezza e sorridendo e noi ci perdiamo nel bosco nonostante l'avvertimento che li c’è soltanto la giungla. Cammina che ti cammina fra mucche al pascolo e caprette arriviamo alla nostra meta. Non un rumore! Ma una voce...due donne appaiono dietro di noi indicando il cane, paurose che avrebbe attaccato le loro capre...ma Jampa è impegnato a nuotare e delle capre credo non si sia neanche accorto. Una delle signore è la moglie del cameriere del cubo; ci parla in un hindi veloce e io non capisco nulla tranne che vorrebbe che Kristin tornasse a nuotare nell’acqua perchè vogliono vedere quando Jampa la raggiunge. Accontentate spariscono con un Happy Diwali e noi restiamo soli al sole. Quando arriva la sera ci prende la paura dei fuochi e del rumore. Sara tranquillo? Pochi minuti prima una ragazzina ci aveva detto "vedrete quante patacche (petardi…)spareremo". Dopo aver mangiato il nostro pesce aspettiamo con ansia. Ma succede pochissimo : qualche fuoco d'artificio dalle povere ma dignitose case intorno per una ventina di minuti e poi il silenzio bellissimo tipico di questo posto. È’ strano che in India si possa ancora sfuggire al baccano cittadino, all'intossicazione del fumo dei fuochi, al chiasso della musica sparata a tutto volume dagli altoparlanti e piombare nell'India rurale dove la gente ancora ti sorride e ti invita in casa per offrirti un tè e non per soldi. Un posto, questo, che consiglio a chi desidera visitare l'Himachal Pradesh rurale e vera.